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La Comunità ricorda Paola Sereni. Serata in onore di un’insegnante e di una preside speciale

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da sinistra, Esterina dana, preside della Scuola, Roberto Jarach, il rabbino capo Rav Alfonso Arbib e Franco Sereni

da sinistra, Esterina Dana, preside della Scuola, Roberto Jarach, il rabbino capo Rav Alfonso Arbib e Franco Sereni

Ogni volta che una personalità scompare un grande vuoto si crea automaticamente e il suo ricordo è l’unica soluzione per colmarlo. Con questo spirito, lontano da qualsiasi celebrazione o enfasi, la celebre e carismatica insegnante e preside della scuola ebraica Paola Sereni Rosenzweig è stata ricordata in un importante evento tenutosi martedì 8 novembre nella “sua” scuola dove ha insegnato lezioni di cultura e prima di tutto di vita, a vecchie e giovani generazioni.

Severa ma anche estremamente umana, generosa e intimamente modesta e quasi insicura, spesso ripeteva che “era diventata insegnante per caso”, questa docente, espressiva e diretta, scomparsa a 90 anni, lo scorso mese di luglio è stata commemorata dai relatori e dai suoi ex studenti. L’iniziativa è stata condotta dal vicepresidente del memoriale della Shoah Roberto Jarach, che ha dato la parola al Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib, impegnato in un intenso discorso in sua memoria, all’attuale preside scolastica Esterina Dana e al fratello della Sereni, Franco, che ha fornito una preziosa testimonianza biografica della sorella scomparsa fornendo dettagli caratteriali e famigliari inediti. Un’iniziativa estremamente sentita e partecipata che è iniziata con l’apposizione di una targa a lei dedicata vicino all’ingresso della scuola e si è conclusa con un filmato, realizzato da Elia Bassous per Mosaico, in cui la docente, in una delle sue ultime lezioni, spiegava l’Illuminismo a un gruppo di giovani a casa sua. (Clicca qui per la seconda lezione e la terza).

Presenti all’evento numerose personalità comunitarie, fra queste, il copresidente Milo Hasbani, il vice assessore alla Cultura Gadi Schoenheit, l’assessore al Culto, Sara Modena, alla Scuola Davide Hazan e al Bilancio, Claudia Terracina, all’assessore alla Comunicazione, Daniele Misrachi, organizzatore della serata.

sereni

Paola Sereni

Ma che tipo era Paola Sereni? In cosa si è distinta nella sua attività di insegnante e quali sono state le sue peculiarità umane e professionali? Come ha sottolineato Jarach, la prof. Sereni ha “saputo dare continuità e solidità alla missione cominciata dal preside precedente David Schaumann, portando avanti egregiamente la scuola, nata in tempi tragici, secondo i più alti valori etici, scolastici e religiosi e dando un apporto fondamentale a tutti noi, pensando a formare i giovani e non solo a inculcare una serie di nozioni”. Una donna combattiva, come hanno ricordato i relatori, che diceva sempre quello che pensava e che nonostante la sua laicità manteneva una forte identità ebraica e un grande attaccamento a Israele.

Come ha sottolineato Jarach che ha collaborato per 15 anni con lei nell’assessorato alla scuola “è stato un esempio di serietà e di sobrietà e nelle sue lezioni dava il meglio di sé”.

Molto interessante, a livello caratteriale e umano è stata la testimonianza del fratello Franco. “Mia sorella era la più Sereni della famiglia” ha esordito “nel senso che aveva ereditato da nostro padre Guido diversi tratti caratteriali come una memoria di ferro, l’amore per la letteratura, anche se il babbo, romano, non era un intellettuale come lei, e la capacità di trasmetterlo al prossimo, di condividerlo generosamente con tutti”. Fra emozione e memoria famigliare, il fratello ha lucidamente ricordato due episodi di come era la sorella “prima di diventare insegnante”. “Scampati miracolosamente alle truppe tedesche, nel 1944 vivevamo a Fermo nelle Marche e studiavamo da privatisti in attesa di essere ammessi al Liceo Pubblico” ha raccontato visibilmente emozionato. “Ci fu un tema d’italiano molto complesso, come prova di ammissione per essere ammessi in terza liceo. Paola era già talmente brava e rapida che dal titolo capì subito di cosa si trattava e in poco tempo riuscì a scrivere il suo elaborato e ad aiutare anche me che ero molto impacciato. Presi 8 ma gran parte del lavoro l’aveva scritto lei”.

L’altro aneddoto, che rende efficacemente il talento letterario precoce e la sua lucidità dimostrata fino all’ultimo, è “quando a Roma nel 1945, appena concluso il Liceo Classico Visconti, una scuola molto prestigiosa, Paola riuscì a soli 18 anni a tenere una conferenza su Guido Gozzano e i crepuscolari che lasciò sbalorditi sia allievi che professori. Nella sua riservatezza non parlò mai di questo, ma era già un esempio della sua unicità e della sua passione viscerale per la cultura e la conoscenza che ha trasmesso anche a mio figlio Dario. Il sabato andavamo sempre in libreria a vedere le nuove uscite e a comprare qualche testo”.

Molto importante anche il discorso di Rav Alfonso Arbib, che ha intonato successivamente una preghiera in sua memoria. Citando la parashà di questa settimana, Lech Lechà, e il fatto che Abramo avesse dei seguaci e degli allievi, il Rav ha messo in luce “il dovere di tenere un discorso funebre, nella tradizione ebraica tentando di evitare trappole come la celebrazione e il parlare di sé invece che della persona”. Nel suo intervento ha ricordato come “sebbene non siamo sempre andati d’accordo, c’era un rapporto di affetto e stima che ci legava profondamente”.
Tenendo sempre presente il personaggio chiave di Abramo e il fatto che sia “stato il primo educatore di tutta la Torah”, Rav Arbib ha ricordato l’importanza fondamentale dell’educazione nel mondo ebraico, in quanto secondo i Maestri, “chi educa costruisce una persona” e che la Sereni “diventata insegnante a un certo punto della sua vita, non ha mai smesso di insegnare fino alla fine dei suoi giorni”. Stando alla testimonianza del Rabbino Capo “non si fermava alla lezione e da brava e brillante educatrice seguiva i suoi studenti in ogni momento, facendo di tutto, per non bocciare nessuno studente, preoccupandosi non del voto ma di formare le persone culturalmente e umanamente”.

Notevole anche gli ultimi interventi, della preside Esterina Dana e di tre ex allievi della Sereni. Primo fra tutti Rony Hamaui, Docente universitario, Direttore Generale di Mediocredito italiano e autore del libro di successo “Gli ebrei a Milano” e successivamente Nagmeh Haghigat Etessami e Jacopo Jona Falco che ha concluso la serata con una testimonianza gustosa e ricca di aneddoti.

La preside Dana ha parlato con trasporto della Sereni e della sua straordinaria capacità di “individuare le persone e le loro attitudini molto rapidamente. Aveva capito che dovevo fare il Classico ma ho continuato a fare lo scientifico ma quando mi sono  laureata in Lettere, quando l’ha saputo era molto entusiasta di aver avuto ragione”. Sottolineandone il senso civico e morale, la passione politica e la coerenza realistica e pragmatica che la contraddistingueva, la preside ha messo in luce il rapporto, spesso molto intimo e al tempo stesso rigoroso, che aveva con la sua professione e coi suoi allievi, dei quali sapeva ogni dettaglio interessandosi non solo della preparazione, ma anche delle attitudini e della personalità. “Una dote non comune “ ha detto la Esterina era “quella di trasferire anche le sue passioni letterarie e i suoi vasti interessi sugli alunni. Adorava Dante che come lei era un uomo concreto e a volte aspro, sapeva tutto di qualunque scrittore e poeta e aveva una predilezione per Montale che come lei era un uomo secco, diretto, un razionalista. Detestava chi non prende posizione, la gente passiva e gli ignavi e io ho preso molto cose da lei”.

Molto sentito anche il ricordo di Hamaui che ha messo in evidenza quanto la Sereni “più che la passione culturale, mi abbia colpito la memoria sbalorditiva che aveva, il fatto che si ricordasse di tutti, alunni, figli, nipoti”. Nel suo ricordo ha specificato vari aspetti della sua personalità. “Non dimenticava nessuno e anche se era molto aperta con noi, non parlava mai di sé nemmeno quando era molto malata. Si interessava di tutto ed era molto curiosa  e quando ero in ospedale ha cominciato a parlare della Brexit. Parlava volentieri di argomenti esterni alla sua vita, di politica, di cultura, dei suoi ideali e mi ha trasmesso la sua incredibile passione per quello che faceva e il coraggioso impegno mantenuto fino alla fine”.

In ultima battuta hanno parlato di Paola Sereni anche la sua ex allieva Naghmeh Etessami che le è stata molto legata anche diversi anni dopo la scuola. “All’inizio non me la sentivo di tenere un discorso ma sentivo di doverglielo ed è stata un esempio per tutti noi. Era la mamma e l’amica, c’era sempre ai bar mitzvà, ai matrimoni e ai funerali. Ci ha trasmesso la passione per la cultura, il senso critico ed era un misto di rigore, di dignità e di umanità. L’ho vista poco prima della sua scomparsa  a una delle sue lezioni a casa. Era incredibilmente energica anche se molto malata. Ci siamo parlati e le ho dato in braccio il mio terzo figlio che era nato da poco, poi mi ha salutata con la consueta gentilezza ed è stata l’ultima volta che l’ho vista”.

In conclusione del tutto, Karen Nahum, presidente della Fondazione Scuola ha fatto sapere che “a dimostrazione dell’affetto per Paola, abbiamo deciso in accordo col consiglio, di ristrutturare una parte della scuola e di dedicarla a lei”. Successivamente Jacopo Falco ha rievocato alcuni divertenti aneddoti di quando assieme a Davide Fiano andavano a lezione dalla Sereni. “Era sempre molto elegante e composta, testarda nelle sue idee e grintosa anche quando non stava bene”.

Da ultimo Roberto Jarach ha ringraziato i numerosi presenti, evidenziando come la serata intende “essere non solo un ricordo ma uno slancio e uno stimolo per portare avanti la scuola e le sue attività nella maniera migliore, come entità morale e spirituale, come ha fatto Paola nel corso della sua vita, dedicata a questa scuola”.

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Il 30 novembre a scuola si va “Insieme a teatro”

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teatroMercoledì 30 novembre 2016 si terrà la Serata Insieme a Teatro, alle ore 20.45, Aula Magna, Scuole della Comunità Ebraica di Milano , via Sally Mayer 4/6, Milano con il seguente programma:

L’ISPETTORE GENERALE IN SALSA YIDDISH
Scuola di teatro dell’IIS Cattaneo di Milano

EN VOYAGE… SI VIAGGIARE…
V Liceo Linguistico e V Tecnico RIM, Liceo Com. F. Jarach
Scuole della Comunità Ebraica di Milano

LIBERTANGO – STORIE D’AMORE E DI LIBERTÀ
Accademia Universitaria Dinamoteatro Milano-Pavia

A conclusione degli spettacoli seguirà un piccolo rinfresco.

 

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Insieme a Teatro: una serata dei ragazzi della Scuola per l’arte e la fratellanza

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La professoressa della Scuola Ebraica Vanessa Kamkhagi

Dopo lo spettacolo tenutosi a Maggio in occasione del Laiv Action Festival, gli studenti di Via Sally Mayer si sono ri-esibiti nell’Aula Magna della scuola Mercoledì 30 Novembre. Ma con un enorme differenza: oltre a loro, infatti, si sono esibiti anche i ragazzi dellIstituto Superiore Carlo Cattaneo e dell’Accademia Universitaria Milano-Pavia.

“Mi era venuta l’idea di riproporlo qui con altre scuole per promuovere il gemellaggio”, ha dichiarato la Prof. Vanessa Kamkhagi, la quale ha raccontato che questo scambio culturale è nato grazie al Laiv, promosso dalla Fondazione Cariplo. Gli altri due spettacoli, diretti da Francesco Di Maggio, hanno vinto la 5° edizione del Festival delle Memorie, diretto da lui stesso. E il premio consiste proprio nell’opportunità di esibirsi alla Scuola Ebraica. Di Maggio, formatosi sotto la guida di Moni Ovadia, ha dichiarato che, essendo direttore di un festival sulla memoria, ha molta vicinanza con il mondo ebraico. “Per noi è un vero premio esibirci qui, ed è sempre un piacere ritornare.”

L’evento ha avuto inizio con la pièce L’ispettore generale in salsa yiddish, ispirata all’omonima opera di Gogol e ambientata in uno shtetl degli Urali. Essa narra la storia di un uomo che, arrivato in un villaggio ebraico, viene scambiato per un ispettore inviato dal governo, tanto che il sindaco cerca di accoglierlo nel migliore dei modi. A questo punto l’uomo se ne approfitta per truffare gli abitanti, tentando anche di sedurre a turno la moglie e la figlia del sindaco. Lo spettacolo, portato in scena dai ragazzi dell’Istituto Cattaneo, è l’ultimo di un progetto triennale co-finanziato dalla Fondazione Cariplo. Come ha raccontato la Prof. Silvia Bucci, in questi tre anni si è deciso di trattare tematiche rilevanti legate alla solidarietà sociale.

Il secondo spettacolo ha visto i ragazzi della Scuola Ebraica riportare in scena En Voyage…Si viaggiare!, diretto da Sacha Oliviero e Daniele Arzuffi in lingua francese. Esso, basandosi sulle tematiche del Piccolo Principe, racconta il desiderio di crescere e di fare nuove esperienze tipici della giovinezza, riflettendo su come le nuove tecnologie e i social network siano spesso più un ostacolo che una risorsa.

L’ultimo testo, rappresentato dai ragazzi dell’Università, si intitola Libertango – Storie d’amore e di libertà, e narra la storia degli immigrati calabresi in Argentina, dai primi del ‘900 fino ai mondiali del ‘78, che furono vinti in quella stessa Argentina in cui, negli stessi anni, il regime militare di Videla reprimeva qualsiasi dissenso, anche il più pacifico. Inoltre, qui viene raccontato come i compagni dei desaparecidos si sentissero spesso in colpa per essere sopravvissuti, un rimorso analogo a quello di molti superstiti della Shoah.

Dopo gli innumerevoli applausi del pubblico, la serata si è conclusa con un’esibizione a sorpresa: quella di Gabriele Lakunishok, noto anche con il suo nome d’arte Lakubeats, il quale ha dato una breve dimostrazione della sua bravura nel campo del beatbox. Infatti, come ha dichiarato l’attore di Libertango Emanuele Ingrosso, “la cosa bella è che c’era tanta musica stasera, in diverse forme.”

L’aiuto regista Lieselotte Zucca ha affermato di essere sempre molto contenta degli inviti della Prof. Kamkhagi, perché è un’occasione in cui dei ragazzi coetanei si confrontano tra di loro con esperienze teatrali molto diverse. Ci auguriamo che, oltre a non essere la prima, questa non sia neanche l’ultima volta che simili opportunità vengono offerte.

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Ottimo risultato per la raccolta Buoni Scuola dell’Esselunga

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buono scuola esselungaDesideriamo informare che sono stati raccolti  14.205 buoni e siamo riusciti a prendere diversi device per la scuola:
N. 3 VIDEOPROIETTORE INTERATTIVO
N. 2 NOTEBOOK 15,6″ INTEL I3
N. 1 PC DESKTOP INTEL I3
N. 1 LIM 78″ TOUCH_VIDEOPROIETTOREINSTALLAZIONE +TRAINING
Più ulteriore materiale di supporto alla didattica.

Grazie a tutti gli iscritti che hanno partecipato!

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I progetti sulla memoria della nostra Scuola in mostra al Parlamento europeo

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La fotografia di Jael Arazi Il progetto Muro del pianto delle 2° superiori di I grado Il lavoro di Jonathan Vonella Il progetto Pietre di inciampo della V primaria

Con quattro progetti sulla memoria, la Scuola della Comunità Ebraica di Milano ha vinto quattro riconoscimenti nell’ambito di un concorso indetto in occasione della mostra “Il segno della Memoria” curata da Ermanno Tedeschi e con la partecipazione di importanti artisti contemporanei, tenutasi dal 24 al 27 gennaio 2017 a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo. In occasione di questo evento, la Fondazione della Scuola della Comunità Ebraica di Milano ha voluto lanciare un concorso artistico tra i ragazzi della scuole ebraica della comunità. Hanno partecipato in tutto 21 progetti.

Sono risultati vincitori i seguenti progetti: “Pietre d’inciampo” della V primaria, il lavoro collettivo “Muro del Pianto” delle II superiori di 1° grado, il progetto individuale di Jonathan Vona (II superiore di 1° grado) e la fotografia di Jael Arazi (V° linguistico). Le opere vincitrici sono state esposte al Parlamento Europeo in concomitanza con la mostra ufficiale e sono state premiate martedì 24 gennaio, alla presenza dell’Onorevole Lara Comi, che ha promosso la mostra, di Ermanno Tedeschi, curatore della mostra e di Karen Nahum e Sara Tedeschi Blei, rispettivamente presidente e Consigliere della Fondazione Scuola. Presenti anche alcuni dei vincitori.

“Dopo l’inaugurazione della mostra è arrivato a sorpresa il nuovo presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che è rimasto affascinato dalle opere dei ragazzi e si è complimentato con i vincitori presenti”, spiegano a Mosaico Sara Tedeschi Blei e Karen Nahum.

Un vero successo per la nostra scuola e per la Fondazione: kol ha kavod a tutti!

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Le materie letterarie nella nostra scuola media: cultura, identità e innovazione

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I docenti delle materie letterarie della scuola media “Mario Falco” lavorano, come da Indicazioni ministeriali, sullo sviluppo e la trasversalità delle competenze linguistiche utilizzando metodologie didattiche innovative. Ce ne parlano le insegnanti Orna Serio e Cristina Ventura

ScuolaL’elevato numero di ore settimanali di lezione in ogni classe e le classi poco numerose consentono all’insegnante di identificare e assecondare lo stile e i tempi di apprendimento di ogni allievo, grazie a interventi didattici individualizzati e inclusivi, mirati allo sviluppo delle potenzialità di ciascun alunno.
Tale tipologia di classe costituisce l’ambiente di apprendimento ideale per applicare, in alcune fasi del lavoro in aula, il cooperative learning, una metodologia didattica basata sulla collaborazione e l’apprendimento tra pari.
Attraverso le materie letterarie gli alunni vengono guidati all’acquisizione di un metodo di studio personale che potrà poi essere applicato alle altre discipline, attraverso la comprensione di testi sempre più complessi, di cui imparano a selezionare le informazioni e ad organizzarle in appunti, mappe, schemi, tabelle, grafici e risorse digitali.
La presenza di una LIM in ogni aula inoltre consente la realizzazione di lezioni multimediali, mediante l’impiego di materiali audio-video reperibili in rete o preparati dall’insegnante, e l’accesso ai contenuti digitali dei libri di testo. Quest’anno, nelle classi seconde, è stato introdotto l’utilizzo di Edmodo,  piattaforma web 2.0, che permette di dilatare il tempo-scuola. Questo innovativo strumento didattico, infatti, consente all’insegnante di allegare materiali utili allo studio, per esempio videolezioni su argomenti di grammatica di una certa complessità spiegati in classe, che gli alunni possono visionare a casa ogni volta che sia loro necessario; schede con esercizi di rinforzo personalizzati in base alle difficoltà riscontrate dagli allievi oppure link a video o a pagine web per approfondire argomenti di studio. I ragazzi possono inviare al docente compiti redatti e impaginati con sistemi di videoscrittura, condividere informazioni con i compagni, chiedere spiegazioni. L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica delle materie letterarie è fattore di inclusività, in quanto risulta molto efficace anche per favorire l’apprendimento dei ragazzi con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).
La trasversalità delle competenze linguistiche favorisce la collaborazione tra gli insegnanti di lettere e quelli delle altre discipline che, insieme, promuovono la realizzazione di progetti didattici pluridisciplinari, finalizzati alla costruzione del sé e al rafforzamento dell’identità ebraica nei ragazzi.
Lo studio delle materie letterarie contribuisce allo sviluppo di abilità e competenze necessarie alla costruzione del senso di cittadinanza attiva e motiva i ragazzi alla partecipazione e alla responsabilità, contribuendo a formare persone autonome e critiche, in grado di osservare la complessità della realtà circostante da punti di vista diversi.
In particolare, la storia è la disciplina grazie alla quale gli alunni incominciano ad acquisire la capacità di ricostruire gli eventi e i loro molteplici significati in relazione ai problemi del passato, fino alle grandi questioni del presente. Alla scuola secondaria sono assegnate le conoscenze che riguardano il periodo compreso tra la tarda antichità e gli inizi del XXI secolo; il terzo anno viene dedicato prevalentemente allo studio della storia del Novecento.
La geografia è disciplina “di cerniera” per eccellenza poiché mette in relazione la dimensione dello spazio con quella del tempo e consente di collegare temi economici, giuridici, antropologici, demografici, scientifici e ambientali attualmente molto rilevanti. I ragazzi imparano a leggere e interpretare i vari tipi di carte geografiche, ad utilizzare gli strumenti della disciplina (carte, grafici, dati statistici, immagini, ecc.) e ad osservare e mettere in relazione fenomeni nazionali, europei e mondiali.
In tutte e tre le materie, nell’arco dei tre anni, gli insegnanti prestano sempre un’attenzione ed una cura particolare all’approfondimento e alla riflessione sulle vicende che hanno coinvolto le comunità ebraiche in Europa e nel mondo. Tale lavoro consente ai ragazzi di confrontarsi su grandi tematiche identitarie, partendo dalla conoscenza dei luoghi di origine e delle tradizioni famigliari, e contribuisce alla costruzione della consapevolezza di sé e della propria identità ebraica.

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L’onorevole Lara Comi in visita alla Scuola ebraica di Milano: «Voi e la Fondazione siete l’eccellenza»

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La eurodeputata Lara Comi in visita alla Scuola ebraica di Milano 17 febbraio 2017)

La eurodeputata Lara Comi in visita alla Scuola ebraica di Milano con un’opera realizzata dalla classe II delle superiori di 1° grado (17 febbraio 2017)

«Voi siete l’eccellenza. Con questi lavori artistici avete scritto una pagina di storia». Sono parole piene di emozione e di entusiasmo, ma anche di gratitudine quelle pronunciate dall’onorevole Lara Comi, deputato al Parlamento Europeo, durante la sua visita alla Scuola ebraica, il 17 febbraio, organizzata dalla Fondazione Scuola per premiare i ragazzi della Scuola della Comunità ebraica che hanno partecipato al concorso artistico nell’ambito della mostra ‘I segni della memoria’, organizzata da Ermanno Tedeschi. Grazie alla Fondazione Scuola, infatti, molte classi hanno potuto mandare i propri lavori, e i quattro vincitori hanno visto le proprie opere esposte all’interno della mostra.  Non solo. Come annunciato dall’onorevole, una delle opere vincitrici della scuola sarà esposta in modo permanente all’interno del Parlamento europeo a Bruxelles. E l’obiettivo per il futuro è renderlo un concorso annuale.

Durante la sua visita, l’onorevole Comi ha incontrato gli esponenti della comunità ebraica – i co-presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso, il rabbino capo Alfondo Arbib e la presidente della Fondazione Scuola, Karen Nahum – gli insegnanti e i ragazzi, prima durante la cerimonia tenutasi nell’Aula Magna Benatoff della scuola e poi andando nelle classi di tutti gli ordini per conoscere da vicino la nostra scuola.

Arte e memoria: un binomio molto ebraico
«Ringrazio molto la Fondazione Scuola per questa iniziativa e per tutto ciò che fa per la scuola. Essa è per noi, insieme agli iscritti, un polmone della nostra Comunità». Con queste parole il co-presidente Milo Hasbani ha aperto l’evento in Aula Magna, alla presenza di tutti i ragazzi che hanno partecipato al concorso artistico, ai loro insegnanti e alle autorità comunitarie. Un evento denso di parole e concetti importanti, che ha emozionato e coinvolto tutti i presenti, rendendo tutti orgogliosi di appartenere a questa scuola.

«Nella tradizione ebraica qualunque concetto elevato o astratto si concretizza – ha dichiarato poi Rav Alfonso Arbib -. Pensiamo a Pesach, in cui celebriamo una cosa importante come la libertà: nel Seder facciamo invece molte azioni concrete. Ecco, penso che ricordare il passato con opere artistiche sia molto ebraico. Per questo ringrazio molto coloro che hanno  organizzato questo concorso, perché è un tentativo riuscito di trasformare le parole in un atto concreto, che nel tempo rimane di certo più delle parole».

La parola è poi passata a Esterina Dana, preside delle scuole superiori di 1 e 2 grado, che ha parlato dell’entusiasmo con cui i ragazzi hanno accolto il concorso. «Mi ha colpito molto la scelta dei lavori, sia fatti individualmente che da piccoli gruppi che, ancora, da classi intere – ha spiegato -, che hanno così condiviso emozioni e pensieri. Ma mi ha soprattutto colpito la scelta di parlare di memoria con le parole, ma attraverso l’arte, un linguaggio del non detto che dice molto più delle parole».

«Questa scuola è essa stessa simbolo di memoria – ha dichiarato Karen Nahum, presidente della Fondazione Scuola -, nata nel’29, e fisicamente qui dal ’61. Sono felicissima di questa iniziativa perché per avere un futuro bisogna confrontarsi con le proprie radici. Speriamo che questa sia un’occasione di collaborazione e di inizio di scambi e di stage con il Parlamento europeo per creare per i nostri ragazzi nuove opportunità di crescita».

Infine, è intervenuta Livia Ottolenghi, consigliere Ucei con delega alla Scuola, formazione e giovani, venuta apposta da Roma. «Abbiamo la responsabilità di portare avanti il processo per ottenere dalle Regioni i finanziamenti per le scuole ebraiche – ha dichiarato -. Speriamo di riuscirci presto»

Da sinistra Milo Hasbani, l'on. Lara Comi, Livia Ottolenghi, Karen Nahum ed Esterina Dana

Da sinistra Milo Hasbani, l’on. Lara Comi, Livia Ottolenghi, Karen Nahum ed Esterina Dana

Comi: «Ragazzi, abbiate passione per quello che fate»
«Mi chiamo Lara Comi ma per gli studenti delle scuole sono solo Lara». Si è presentata così, come una di loro, l’onorevole ai ragazzi presenti in Aula Magna dopo avere visto i video della Fondazione Scuola. « Sentendo il vostro video mi ha colpito in particolar modo la bimba che ha detto ‘da grande voglio fare la maga’. Io già adesso vorrei con una bacchetta magica risolvere tanti problemi che si basano soprattutto sulla mancanza di rispetto delle persone, sulla mancanza di avere dei valori, una fede, di credere in un futuro migliore. Di questo la classe politica è il peggior esempio, ma personalmente voglio portare avanti un cambiamento nella convinzione che chi la pensa in modo diverso da noi è un valore aggiunto, perché  il confronto fa crescere, ma deve basarsi sul rispetto. Vorrei tornare a un dialogo, quello che voi avete a scuola, dove non tutti la pensate allo stesso modo, tifate squadre diverse, passioni diverse, ma ben venga che queste siano complementari».

E guardando le tre bandiere presenti in sala- quella italiana, quella israeliana e quella europea – ha commentato: «Quelle tre bandiere sono la nostra tradizione, le nostre origini, ma anche il nostro futuro. Ma oggi quella europea non suscita ancora in noi il sentimento di essere europei. Questa è la speranza che abbiamo in voi: siamo convinti che partendo dalle nuove generazioni si possa finalmente sentirsi europei».

Parlando poi della necessità di creare sinergie fra le diverse scuole, ha dichiarato: «Voi siete sicuramente un’eccellenza perché, grazie anche al fondamentale contributo della Fondazione Scuola, non fate mancare niente. Questo è un bell’esempio di sussidiarietà orizzontale, perché nel momento in cui si deve dare un futuro ai propri figli, si investono bene i propri soldi. Non importa quello che lo Stato purtroppo non dà, importa quello che fanno le persone generose come voi, e per questo meritate un ringraziamento particolare».

Rivolgendosi ai ragazzi ha detto: «Desidero ringraziarvi perché con le vostre opere avete dato un valore aggiunto al Parlamento europeo: siete entrati nella storia, perché una delle vostre opere (il Muro del Pianto delle 2° superiori di 1° grado, ndr) sarà inserita in modo permanente nel Parlamento e verrà consegnata al presidente Antonio Tajani, rimasto colpito da quell’opera. Come ha detto la preside Dana, un’immagine vale più di mille parole perché è un’interpretazione di quello che avete realizzato insieme. Per questo motivo vi invitiamo a Bruxelles, ad ammirare la vostra opera e a provare l’orgoglio di avere dato un valore aggiunto al parlamento europeo con la vostra tradizione e la vostra origine. E cercheremo di fare diventare annuale questo concorso, magari proprio per il Giorno della Memoria».

Non poteva poi mancare un riferimento alle istituzioni europee per cui lavora, che danno tante opportunità che purtroppo l’Italia non sa cogliere. «Sono stati stanziati 1,6 miliardi per due anni per l’Italia, ma ogni anno il nostro Paese spende solo il 60% di quello che le viene dato – ha spiegato -. Ad esempio, per il Fondo Garanzia Giovani – di cui parleremo con la Fondazione che può diventare un ente accreditato per questo Fondo – la Lombardia ha speso l’89%, mentre il Molise solo il 20%. Ma questi soldi devono andare per creare lavoro e opportunità di crescita». Da qui un invito alla Fondazione Scuola a collaborare più a fondo «per portare a casa finanziamenti che sono nostri».

L’onorevole ha poi parlato del ruolo fondamentale degli insegnanti, che devono essere premiati e valorizzati per il loro lavoro. «Perché la scuola è la vera azienda che forma i nostri ragazzi per il futuro».

E per concludere, un appello appassionato ai ragazzi. «A chi mi chiede perché ho deciso di fare politica a 26 anni io rispondo: “la faccio per passione” – ha spiegato -. Allora a voi ragazzi dico: abbiate interesse per quello che fate e quello che vi circonda. Quando vai bene a scuola, nella vita lavorativa sei facilitato, perché guardano sì al cv, ma anche alla persona, all’intraprendenza, alla dinamicità e alla voglia di vincere delle battaglie. Vi ringrazio perché avere dato a tutti noi parlamentari europei la vostra opera, non un ‘lavoretto’. E se un domani verrete al Parlamento Europeo con i vostri figli potrete direloro “questo l’ho fatto io”».

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L’on.Comi ed Ermanno Tedeschi con le insegnanti della 2 superiore di 1 grado- Stefania Sciama, Matilde Orlandi e Cristina Ventura – vincitrice del concorso artistico

Dopo i discorsi tutti i ragazzi che hanno partecipato al concorso hanno ricevuto un attestato di partecipazione. Infine, Comi è stata accompagnata a fare un giro nella scuola, visitando le classi e dando una parola affettuosa a tutti i bambini, contenta di essere fra noi.

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Fondazione Scuola: Cuoco di classe 2, il video di un successo


L’alimentazione nei ragazzi della Scuola ebraica: il 4 maggio i risultati della ricerca AME

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Un grafico della ricerca AME/Galeazzi svolta sui ragazzi della Scuola ebraica di Milano

A settembre del 2016 l’AME Milano aveva annunciato il lancio di un progetto di valutazione alimentare sulla popolazione scolastica, iniziando con i ragazzi iscritti al Maccabi.

A loro era stato consegnato un questionario contenente 12 domande sulle abitudini alimentari; le risposte, messe in relazione al peso e all’altezza del ragazzo, sono state poipoi elaborate da un computer da un team di dietologi dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.

Oggi i risultati sono pronti, ed emergono dati molto interessanti, che verranno presentati alla Scuola Ebraica il 4 Maggio. “La fascia adolescenziale tra gli 11 e i 17 anni è quella che necessita maggiormente di un intervento educativo, oltre il 20% (rosso) – spiegano Matteo Briguglio e Maurizio Turiel -. Il punteggio intermedio (giallo) prevede, seppur in misura minore, un intervento di educazione alimentare”.

La compilazione dei questionari ha permesso l’attribuzione di un punteggio suddiviso in tre fasce: ≤3, 4-7, e 8-12. Maggiore è il punteggio e migliore è l’aderenza ad una dieta equilibrata che prevenga l’obesità, disordini metabolici, e malattie cardio-vascolari.

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Il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese visita la Scuola della Comunità ebraica

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Da sinistra: il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese, i presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso, Alessandro Ruben, Karen Nahum della Fondazione Scuola

È stato un incontro cordialissimo quello tra il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese e la Comunità ebraica, questa mattina in via Sally Mayer. Ha potuto visitare la Scuola, incontrando bambini e ragazzi con le moròt, che le hanno presentato le attività didattiche e artistiche svolte nelle classi; le aule e i laboratori; il giardino e la biblioteca. “Vi sono grata per questa visita – ha detto – ho visto cose bellissime e un’ottima organizzazione. Vi confermo che la sicurezza della Comunità e della Scuola è una priorità per la Prefettura, un impegno imprescindibile per cui garantiamo tutte le misure necessarie. La mia vicinanza con la comunità ebraica è di lunga data, sia a Roma sia a Venezia ho avuto ottimi rapporti con la vostra istituzione. In particolare a Venezia, dove il rapporto con il Presidente di allora, Amos Luzzatto, è diventato una vera amicizia. Lì, appena insediata, ho partecipato al Giorno della Memoria, un evento prezioso non solo per gli ebrei ma soprattutto per la società civile che deve impegnarsi nei ricordo dei tragici eventi, da tramandare ai giovani”.

Ad accoglierla in Comunità, il Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib, i Presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, la Preside Esterina Dana e la Coordinatrice Didattica Claudia Bagnarelli, la Presidente della Fondazione Scuola Karen Nahum, il Segretario Generale Alfonso Sassun, il Vicepresidente del Memoriale Roberto Jarach.

IMG_0385La prima tappa della visita, organizzata con la collaborazione dell’On. Alessandro Ruben, che ha accompagnato il Prefetto, è stata l’incontro con la Quinta elementare e la morà Diana Segre, che ha presentato il lavoro della classe sulle Pietre d’Inciampo, premiato al Parlamento europeo a Bruxelles. I bambini hanno poi rivolto al Prefetto alcune domande e, con le risposte, hanno ricevuto anche complimenti e un affettuoso incoraggiamento per il loro lavoro.

Nelle altre classi, il Prefetto Lamorgese ha ascoltato canti in ebraico e italiano, ammirato disegni e pannelli murali, visitato le aule di musica, lingue, scienze, informandosi sulle diverse attività.

 

IMG_0521Dopo la visita della Scuola e della Biblioteca Hasbani, nella Saletta della Biblioteca i presidenti degli enti ebraici milanesi, dall’Adei-Wizo al Volontariato Federica Sharon Biazzi, passando per AME, Bené Berith, Keren Hayesod, KKL, Merkos, insieme agli assessori comunitari Sara Modena e Claudia Terracina, hanno incontrato il Prefetto, che i presidenti Besso e Hasbani hanno ringraziato per la visita e l’amicizia, lodando l’opera delle Forze dell’ordine italiane “la cui professionalità –  ha detto Milo Hasbani – dà una grande sicurezza alle nostre strutture e istituzioni”.

 

L’On. Alessandro Ruben ha infine ringraziato la Comunità e il Prefetto per questo incontro e ha ricordato quando Luciana Lamorgese era a Roma come Capo del Gabinetto del Ministero dell’Interno (fino all’insediamento come Prefetto di Milano, il 13 febbraio di quest’anno): “Godeva di una reputazione di persona dal carattere forte, dalla capacità di ‘tenere tutto sotto controllo’ ma con una spiccata sensibilità, in particolare per le minoranze e l’ebraismo italiano, e una grande umanità. Anche con i presidenti UCEI Gattegna prima e poi Di Segni ha sempre dato prova di attenzione ai fatti concreti”.

La Comunità ebraica di Milano ha già avuto modo, oggi, di apprezzare queste qualità.

Tre inviti hanno concluso l’incontro: organizzare un viaggio in Israele, visitare il Memoriale della Shoah di Milano, partecipare come Ospite d’Onore alla Cena di Gala della Fondazione Scuola il prossimo maggio.

L'On. Alessandro Ruben e il Prefetto Luciana Lamorgese

L’On. Alessandro Ruben e il Prefetto Luciana Lamorgese

 

 

 

 

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Il 4 maggio l’AME presenta i risultati dell’indagine alimentare sugli alunni della scuola ebraica

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L’AME, la Comunità Ebraica di Milano e le Scuole della Comunità Ebraica di Milano organizzano una serata di presentazione: Indagine alimentare nei ragazzi della scuola ebraica.

Giovedì 4 maggio 2017 ore 20.45
Aula Magna della Scuola in via Sally Mayer 

Moderatore: Dott. David Fargion – Presidente AME Milano

Parleranno dei dati raccolti ed analizzati:

Prof. Maurizio Turiel ed il Dott. Matteo Briguglio – IRCCS Istituto Galeazzi, Università di Milano

Rav Igal Hazan concluderà la serata parlando di:  Alimentazione kasher

Il Prof. Maurizio Turiel è primario di Cardiologia presso l’IRCCS Istituto Galeazzi, Università di Milano.  Si occupa in particolare di diagnostica e prevenzione cardiovascolare in differenti patologie (malattie reumatiche, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, dislipidemie, etc.)

Il Dott. Matteo Briguglio è dietista presso l’IRCCS Istituto Galeazzi, Università di Milano

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Presentata l’indagine alimentare condotta sui giovani della scuola ebraica

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ame-educazione-alimentareGiovedì 4 maggio, nell’Aula Magna della scuola di Via Sally Mayer, sono stati presentati i risultati di una ricerca sull’alimentazione degli studenti. Per fare ciò, è stato dato un questionario di aderenza alla dieta mediterranea a 132 studenti dai 4 ai 15 anni. L’indagine, condotta dall’Associazione Medica Ebraica (AME) di Milano in collaborazione con l’IRCCS Istituto Galeazzi, ha adottato un test usato negli USA ed è stata fatta sulla comunità ebraica per vedere come i genitori educano i figli in una comunità multietnica e con abitudini alimentari e religiose diverse dagli altri.

A moderare il dibattito è stato il Dott. David Fargion, presidente dell’AME di Milano, che ha subito dato la parola al Dott. Maurizio Turiel, primario di Cardiologia all’Istituto Galeazzi. Egli ha iniziato spiegando che tutto è nato per verificare l’idoneità dei ragazzi alle attività sportive del Maccabi. Il tutto si doveva essere immediato ma allo stesso tempo puntando su buone qualità e quantità di domande, in modo da ottenere risultati concreti invece che parlare e basta. Il Prof. Turiel ha anche ricordato che proprio in questi giorni a Milano si terrà Food Week, un insieme di 300 eventi che martedì vedrà persino la presenza di Barack Obama.

In seguito ha mostrato una serie di immagini e dati per spiegare che oggi le diete non servono solo a dimagrire: in Italia ogni anno 160.000 persone hanno un arresto cardiaco (una ogni 3-4 minuti), e le malattie cardiovascolari uccidono molto più del cancro, anche se c’è più interesse verso l’oncologia. Occorre capire come trovare i problemi anche nei ragazzi, perché purtroppo l’elettrocardiogramma non è più sufficiente. Un altro problema è dovuto al fatto che molte persone, sia uomini che donne, continuano a fumare anche dopo aver avuto un attacco cardiaco. Nel 2012 è stata fatta un indagine in tutta l’Italia, e si è scoperto che nell’81% delle donne e nel 74% degli uomini le malattie cardiovascolari sono ereditarie.

Attraverso dei video il Dott. Turiel ha dato alcuni consigli:

  • Non fumare: è apparso un video girato in un paese del Terzo Mondo in cui i bambini fumano quando sono ancora piccoli. È ormai appurato che il fumo fa venire il cancro ai polmoni;
  • Fare attività fisica regolare; il livello massimo di sforzo non va oltre il numero dei battiti cardiaci. Inoltre, statisticamente chi è tachicardico vive più a lungo di chi è bradicardico;
  • Mangiare sano.

Subito dopo è venuto il turno del Dott. Matteo Breguglio, dietista dell’Istituto Galeazzi. Ha spiegato che una volta si chiedeva perché facesse quello che fa, dopodiché con un video ha spiegato il motivo: molte persone sono convinte di sapere tutto e di potersi curare da sole senza l’aiuto del medico, mentre in realtà questi li deve guidare. Parlando dell’alimentazione, ha raccontato che, secondo recenti scoperte, le popolazioni del Mediterraneo vivono più a lungo, e anche se la dieta non è stata ancora testata sui ragazzi è appurato che in generale fa bene. Purtroppo negli anni l’obesità è aumentata considerevolmente, dal 1975 al 2014 il tasso è più che raddoppiato, e si dice che entro il 2025 un quinto degli italiani sarà obeso.

Nel test sono state fatte nove domande, otto sul cibo e una sull’alcol nonostante la loro età. Per farlo è stato copiato il KIDMED, un test effettuato in America che è stato usato anche in Spagna su migliaia di ragazzi. Nel caso della scuola ebraica, quelli che l’hanno fatto avevano un età media di otto anni, un peso medio di 27 chili che è nella norma a quell’età, e su una scala da 1 a 12 i maschi hanno ottenuto un punteggio medio di 7 (medio) e le femmine 8 (buono), perché esse sono più attente alla linea. Secondo le ricerche si pensa che i ragazzi mangeranno sempre peggio, e in particolare gli adolescenti che si allontanano dall’ambiente familiare. Infine, il Dott. Breguglio ha dato alcuni suggerimenti, piccoli ma importanti: inserire gradualmente frutta e verdura nei pasti senza sovraccaricare, riducendo zuccheri e fast food.

A questo punto ha preso la parola Rav Igal Hazan, che ha parlato del legame tra salute e kashrut: kasher significa “idoneo”, non conta solo il peso ma anche cosa mettiamo in bocca. La kashrut non serve per la salute fisica, bensì per quella spirituale. Tuttavia, ogni mitzvà serve non solo a preservare la nostra spiritualità ma anche a fini pratici, come lo Shabbat in cui si spengono i telefoni e si passa il tempo con la famiglia. Il bambino deve crescere sapendo che ci sono regole da rispettare. In tutti i cibi, sia biologici che ogm, occorre un certificato rabbinico per evitare le truffe, assicurarsi che sia kasher.  Infine, il Rav Hazan ha concluso ricordando che oltre alle regole spirituali ce ne sono altre che i nostri maestri hanno emanato per tutelare la salute.

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Festa Lagbaomer, musica, cibo e giochi per bambini in ricordo del grande Maestro Shimon Bar Yochai

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lag-baomerCome ogni anno, nei giardini della scuola, le famiglie della comunità si ritrovano per festeggiare LagBaomer, importante ricorrenza del calendario ebraico che ricorda la vita e la scomparsa del grande Saggio e cabbalista Shimon Bar Yohai autore dello Zohar, uno dei testi principali della Cabala e della mistica ebraica che svela alcuni aspetti segreti della Torah. Domenica 14 maggio la festa è stata organizzata da Rav Nazrollai e Chabad con Efes 2 e l’assessore ai Giovani, Ilan Boni.

Tutto è cominciato con una parata, dai giardini verso la scuola, che ha coinvolto alcuni esponenti Chabad, da Rav Garelik e sua moglie, a Rav Nazrollai, organizzatore dell’evento a Rav Igal Hazan, a Rav Bekhor a un instancabile Rav Sendi Wilschansky che ha intrattenuto i tanti bambini presenti, ricordando Bar Yochai, cantando e citando passi della Torah assieme a loro sotto gli sguardi incuriositi dei passanti facendo partecipare tutto il corteo e l’ambiente circostante.

A questo proposito Rav Nazrollai, direttore di Jim, Jewish Italian Media, canale Youtube di lezioni di Torah,  soddisfatto ha detto “è stato un bellissimo momento di condivisione per rallegrare i più piccoli facendoli comprendere l’importanza di essere ebrei. Come ci ha insegnato il Rebbe di Lubavitch non dobbiamo aver timore di essere quello che siamo ma essere ebrei con gioia e fierezza della nostra identità non solo fra di noi ma anche all’esterno”.

Ma questo è solo l’inizio. Una volta arrivati a scuola, i bambini hanno giocato nel campo attiguo al prato, divertendosi con giochi e scivoli gonfiabili o a calcio tutti assieme e le famiglie hanno celebrato la festività mangiando specialità grigliate servite a buffet e condividendo conversazioni e momenti di aggregazione. Successivamente si è tenuta anche una lotteria con assegnazione di gadget e regali ai partecipanti.

“Abbiamo lavorato molto bene per questa iniziativa” ha sottolineato entusiasta  Rav Nazrolai “per questa iniziativa e vorremmo coinvolgere tutta la Comunità per questa e tante altre iniziative. Dobbiamo riuscire a rompere le barriere e a unire le forze e questo non è sempre facile ma è una priorità per tutti noi”. Contento delle attività della giornata e della bella atmosfera che ha caratterizzato l’iniziativa Rav Nazrollai ha detto “dobbiamo utilizzare maggiormente questi spazi comunitari che sono protetti dal mondo esterno e garantiscono tranquillità alle famiglie. Per l’arrivo dell’estate questo spazio sarebbe l’ideale per una serie di iniziative”. In tema di proposte e iniziative, Rav Nazrollai è sempre molto attivo e ogni settimana organizza per Shabbat, il venerdì sera, cene e occasioni di socializzazione per riunire “tutte le famiglie anche quelle meno osservanti permettendoli di assaporare la magia di questo giorno speciale”.

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Resistenza: la Quinta elementare invitata dall’ANPI al Campo della Gloria

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Campo della Gloria IV '17 (24)Gli alunni di Quinta della nostra Scuola Primaria hanno lavorato con passione sulla storia contemporanea, partecipando a concorsi di arte internazionali, recandosi alla posa della pietra d’inciampo per Alberto Segre in corso Magenta 55, dove Liliana Segre ha parlato alla classe, ascoltando in aula testimonianze di nonni salvati dai Giusti e combattenti partigiani e sviluppando ricerche su argomenti vari.
Grazie a questo impegno il giorno 20 aprile la classe è stata invitata dall’ANPI al “Campo della Gloria” del Cimitero di Musocco, per la cerimonia in ricordo dei Partigiani con la quale ogni anno si aprono ufficialmente le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione.
I bambini hanno consegnato a Roberto Cenati, Presidente dell’ANPI Provinciale, il libro delle loro ricerche, ricevendo complimenti sentiti e profondo apprezzamento.
Hanno ascoltato con grande attenzione tutti i discorsi istituzionali, tra cui le riflessioni del nostro Rabbino Capo Rav Arbib. Di seguito alcuni pensieri che li hanno particolarmente colpiti nel loro insegnamento:

“Non bisogna dimenticare il passato, per far sì che non succeda nel futuro”
“Saremo noi a dover ricordare”
“Dovremmo ricordare ogni giorno il giorno della Liberazione”
“Non si deve essere indifferenti, far diventare le ingiustizie un’abitudine”
“Se sei indifferente fai la differenza dall’altra parte”
“I Giusti sono le persone che si prendono un compito e lo portano avanti”
“L’8 Settembre l’Italia è rinata”
“Prendo responsabilità, quindi sono”
“I ragazzi hanno un lungo futuro di esperienze”
“Voi bambini siete i testimoni” “Voi ragazzi siete il nostro futuro”.

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LAIV Action, il 26 maggio all’Elfo lo spettacolo Le Bal delle IV liceo

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Grazie al finanziamento della Fondazione Scuola, anche quest’anno siamo felici di invitarvi allo spettacolo delle classi IV Linguistico e Tecnico “LE BAL ” diretto dal regista Sacha Olivieroil 26 maggio 2016alle 9.00 di mattina puntuali, al Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano, nell’ambito del , festival organizzato dalla Fondazione Cariplo.

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Fondazione Scuola, Cena di Gala d’eccezione fra ospiti, discorsi, festeggiamenti e raccolta fondi

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Fondaizone Scuola, Cena gala

Il team della Fondazione Scuola durante la cena di gala

Come ogni anno, la Fondazione Scuola ha organizzato giovedì 25 maggio una prestigiosa e gioiosa Cena di Gala. L’iniziativa che ha avuto la finalità di valorizzare la scuola e la centralità dello studio nella tradizione ebraica, come ha puntualizzato il Rabbino Capo Rav Arbib, e la raccolta fondi per il completamento di alcune aule delle scuole elementari,  ha coinvolto, prima nei giardini della scuola con un gustoso cocktail e poi nell’Aula Magna, con cena e varie performance, una serie di personalità importanti sia a livello nazionale che comunitario.

In tema di ospiti hanno partecipato all’iniziativa messa a punto dalla presidente Karen Nahum e dal suo affiatato team, a livello cittadino il prefetto di Milano Luciana Lamorgese, il vice sindaco Anna Scavuzzo, l’ex vice sindaco e avvocato Ada Lucia De Cesaris, il direttore della Stampa Maurizio Molinari, salito sul palco per un brillante discorso sul futuro e le sue opportunità per le giovani generazioni, il giornalista e scrittore Pierluigi Battista e l’imprenditore Matteo Marzotto. Assente per impegni istituzionali il Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli che ha comunque portato i suoi saluti alla Fondazione e alla Comunità.

A livello comunitario oltre ai membri della Fondazione, da Karen Nahum al Past President Marco Grego, a Cobi Benatoff che ha messo in evidenza “l’importanza del donare per la sopravvivenza e la vitalità di questa scuola che è il cuore della Comunità”, presenti i due presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, il Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib,  il Segretario Alfonso Sassun, il presidente del Keren Hayesod Andrea Jarach, il vice presidente della Fondazione Memoriale della Shoah Roberto Jarach, il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, il regista Ruggero Gabbai, i consiglieri comunitari Claudia Terracina, Joyce Bigio e Alberto Levi e il presidente dell’Ucei Noemi Di Segni, l’Assessore alla Formazione Livia Ottolenghi e Giorgio Mortara vicepresidente Ucei. Questi solo alcuni dei “big” che hanno affollato la serata accompagnata dalle succulente pietanze preparate dalla Elite Kosher Events e dalla signora Ilda Minkowitz, sia all’aperitivo che alla cena. Tutte pietanze a base di latte e senza carne “preparate seguendo i massimi standard sia in termini di qualità che di presentazione e puntando alla più assoluta cura del dettaglio” come hanno specificato sia la Mikowitz che il suo collega Leonardo Bruno per una società nata dalla precedente “Il Convivium” e attiva da più di vent’anni nel campo della ristorazione, ora capeggiata da Ruth Minkowitz, figlia della signora Ilda.

Cena, Gala, Fondazione Scuola

Il giardino della scuola allestito per la Cena di Gala della Fondazione Scuola 2017

In tema di piatti agli oltre 400 invitati della serata è stato servito su tavoli con fiori e tovaglie bianche, un raffinato menu, realizzato dalla Elite Kosher, con risotto al parmigiano con ribes e briciole di Amaretto, branzino ripieno di pomodoro e basilico al profumo d’arancia e per dessert terra di cioccolato con mousse al frutto della passione, frutti estivi e crema di cioccolato bianco.

Parte centrale dell’evento è stata la cena preceduta e intermezzata da varie performance, discorsi e importanti momenti di condivisione e di festeggiamento. Tutto è cominciato nell’Aula Magna “vestita a festa” con l’esecuzione prima che venisse servito il cibo, con una esibizione al pianoforte di Naomi Galante che ha eseguito le Prime note della famosa “Per Elisa” del grande Beethoeven, rielaborata in chiave dance, in versione 2.0, con l’aiuto dell’amico Jonathan Mouhaddab. Subito dopo, presentati dalla modella spagnola Laura Barriales come tutti gli altri ospiti e esibizioni, si sono esibiti i ragazzi delle Quarte Elementari in uno scatenato balletto sulle note di una canzone israeliana vivace come “Rak Rozà Lirkod” di Omer Adam, seguiti e coordinati dalla preside delle Elementari Claudia Bagnarelli. “Sono molto contenta di queste due settimane di lavoro intenso e produttivo – ha detto la Bagnarelli sul palco – ci tenevamo molto a questa serata e ringraziamo  molto con questo piccolo contributo la Fondazione per tutto quello che fa per noi”. Successivamente tutti si sono alzati in piedi per l’inno italiano e israeliano seguiti dalla celebre canzone di Naomi Shemer “Yerushalaim Shel Zahav” (Gerusalemme d’’oro).

Fra i protagonisti della serata è stata Karen Nahum che nel suo discorso ha ringraziato tutte le istituzioni, i presidenti Besso e Hasbani,  gli sponsor come la Banca Albertini e gli assessori alla scuola, Davide Hazan e la sua vice Vanessa Alazraki. La Nahum ha espresso anche grande soddisfazione per la raccolta fondi con gli oltre 300mila euro, raccolti sia l’anno scorso che in quello precedente descrivendo progetti importanti della Fondazione, come l’assegnazione di Borse di Studio e il piano di ristrutturazione delle elementari e il sostegno ai ragazzi con bisogni speciali. Fra le iniziative la Presidentessa della Fondazione ha fatto sapere che il Parlamento di Bruxelles su invito dell’Onorevole Lara Comi ha deciso di coinvolgere i ragazzi della nostra scuola in una mostra di arte e, sempre in tema di iniziative con la scuola, la professoressa Vanessa  Kamkhaji presenterà il progetto “Teatro Francese” al Teatro Elfo Puccini”.

Sempre seguendo il programma delle iniziative di questi giorni “domenica 4 giugno – ha continuato la Nahum – a Venezia ci sarà un ricordo di Paola Sereni con la sua famiglia”. La Nahum ha ringraziato calorosamente anche la sua squadra lavorativa, composta da Cecilia Benatoff, Cobi Benatoff, Michel Cohen, Marco Grego, Dalia Gubbay, Dodi Hasbani, Guido Jarach, Michele Sciama, Piergiorgio Segre ,Simone Sinai, Sara Tedeschi Blei, le già consigliere Stella Habib e Antonella Jarach, e il fantastico team che lavora per la fondazione Karen Ourfali, Dalia Hason, Nelly Weissy e Dalia Sciama.

Nella lista di persone salite sul palco, durante la cena, da segnalare gli interventi del Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib, dell’imprenditore Matteo Marzotto e di Cobi Benatoff. Molto emozionante anche l’intervento di Ariela Tepes, la madre di Jonathan un ragazzo autistico che con immagini video toccanti ha ringraziato “l’impegno e l’apertura della scuola nel venire incontro alle necessità di mio figlio e della nostra famiglia.” Nel suo discorso Rav Arbib ha messo in risalto la centralità della scuola “al centro di ogni comunità da sempre. Anche nelle persecuzioni del Quattrocento che dopo l’avvento della Peste Nera si abbatterono sugli ebrei in varie città della Germania e tanti vennero uccisi o espulsi. Nonostante queste persecuzioni gli ebrei del luogo fondarono scuole e accademie di studio difendendole con tenacia. Senza la scuola e l’istruzione la società regredisce e non avanza e mandare avanti una scuola come questa è costosissimo e molto complesso per questo ci vuole l’impegno di tutti”.

Fondazione Scuola, Barriales, Marzotto

La conduttrice Adriana Barriales e l’imprenditore Matteo Marzotto durante la Cena di Gala

Marzotto invece si è definito molto “onorato di una serata come questa perché la vostra Comunità è una dimostrazione di come l’altruismo e la coesione siano fondamentali. Nelle mie varie attività imprenditoriali, prima fra tutte la Fondazione per la Lotta alla Fibrosi Cistica della quale sono presidente ho dovuto scontrarmi contro l’individualismo ma ogni anno andiamo in controtendenza rispetto alla crisi e da vent’anni raccogliamo successi e riconoscimenti”. Marzotto ha ricordato che “dopo la morte di mia sorella per questa malattia genetica, ho deciso nel 1997 di dedicarmi a questo progetto e sono contento dell’ottimo livello della Sanità Italiana e del nostro team composto da 550 ricecatori e oltre 170 laboratori. L’Italia ha il primato di essere l’unico Paese Europeo in cui si cura la fibrosi cistica”.

Interventi conclusivi sono stati quelli di Cobi Benatoff e del Direttore della Stampa Maurizio Molinari. Benatoff, che ha una lunga esperienza comunitaria sia a livello nazionale che europeo, ha evidenziato che con la Fondazione Scuola “abbiamo cominciato 20 anni fa. Inizialmente ci sembrava un’idea un po’ strana ma poi abbiamo capito che era la scelta giusta e oggi tutti riconoscono l’importanza della Fondazione per la scuola e per la Comunità.” “Per questo” ha aggiunto “è necessario sostenere la scuola, nonostante rispetto al passato, la crisi e una diminuzione della cultura del dare e della tzedakà nelle nuove generazioni renda più difficile il nostro lavoro”.

E il “Give back” il restituire quello che la scuola è stata in grado di dare come formazione e impegno a ragazzi di oggi e ai tanti adulti e professionisti presenti in sala è stato il tema dominante dell’evento. Su questa scia anche il Direttore della Stampa che ha ricordato rivolgendosi ai giovani della Scuola “quanto sia una generazione al centro di innovazioni che stanno cambiando la storia e che tutto si sta accelerando rispetto al recente passato. Ad esempio a Manhattan è stato inventato un telescopio per il controllo dello spostamento del traffico o in Massachussets è stato recentemente inventato un metodo di agricoltura verticale per ottenere più raccolti nel minor tempo possibile.” “Tutto questo pone le nuove generazioni” ha detto Molinari “nella costante sfida di inaugurare nuove professioni e di reinventarsi facendo mestieri completamente diversi dai propri genitori”.

In conclusione della serata è stato proiettato un video riassuntivo della Fondazione e della Scuola e Karen Nahum ha ringraziato tutti i partecipanti dando appuntamento all’anno prossimo.

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Inaugurato il primo piano dei Licei completamente rinnovato

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Una cerimonia emozionante per inaugurare le aule ristrutturate del primo piano del Liceo a Scuola grazie al fondamentale sostegno di otto famiglie di Donatori.

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Un’emozione vibrante e contagiosa per i circa 60 ospiti riuniti a Scuola in occasione dell’inaugurazione del primo piano del Liceo. Una cerimonia intima e discreta che si è svolta percorrendo tutti insieme il lungo corridoio del primo piano e scoprendo le targhe affisse di fianco alle nove aule ristrutturate e rinnovate.

Le otto famiglie di Donatori sono state accolte da un caloroso saluto del Past President Marco Grego, instancabile ed entusiasta promotore del progetto di riqualificazione della scuola, che le ha volute ringraziare per il gesto concreto e significativo: “Donando alla scuola avete compiuto un’azione fondamentale per la vita di questa scuola. Grazie”.
Dopo un saluto della Presidente della Fondazione Karen Nahum, Rav Arbib, sottolineando che la scuola è il cuore della Comunità, ha ricordato che questa inaugurazione avviene il giorno di Pesach Shenì, che ricorda gli Ebrei che non essendo riusciti a consumare il sacrificio di Pesach prima di uscire dall’Egitto, chiesero a Mosè di poterlo fare successivamente e ottennero il permesso un mese dopo. Una coincidenza interessante celebrare i Donatori nel giorno in cui si ricorda chi volle fare non solo ciò che doveva, ma anche ciò che voleva. Un insegnamento che ci permette di andare oltre, scegliendo secondo la nostra volontà e non solo secondo il dovere.

Di fronte agli ospiti riuniti campeggiava un nuovo grande pannello, l’albo d’Oro dei Donatori, i cui blocchetti saranno presto occupati dalle prime targhe in ottone dedicate ai maggiori Donatori. La speranza è che in molti vogliano aiutare a riempire il pannello con nuove targhe, donando alla Fondazione Scuola.

La Fondazione Scuola ringrazia la Comunità e i due co-Presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, presenti alla cerimonia, che hanno supportato il progetto. E ringrazia la famiglia Segre, Joe e Francesca Hasbani e figli, la famiglia Grego, la famiglia Jarach, la famiglia Mesrie, la famiglia Hassan, Elsa Saporta, Dodi e Diana Hasbani per avere consentito di ristrutturare l’intera area.

Dona Ora Iban: IT88A0311101603000000008540

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Una serata su scuola e lavoro, video, premiazioni e tante idee per le nuove generazioni

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Gli studenti dei licei e gli organizzatori del progetto Alternanza scuola-lavoro durante la serata di bilancio del 7 giugnoCome accade da ormai due anni, mercoledì 7 giugno presso l’Aula Magna si è tenuto il tradizionale appuntamento sul progetto di “Alternanza scuola-lavoro” guidato dalla professoressa del Liceo Linguistico Vanessa Kamkhaji che ha messo a contatto con diverse aziende e professionisti i ragazzi coinvolgendo genitori e studenti in un’atmosfera vivace e al tempo stesso professionale. Piccoli talenti crescono e le giovani generazioni e la centralità dell’esperienza lavorativa durante gli ultimi due anni di studio e della creatività imprenditoriale fin da adolescenti sono stati al centro della serata.

Durante la serata tanti gli interventi, dal co-presidente della Comunità Raffaele Besso, che ha definito l’evento una serata “straordinaria” che mette a contatto “competenze scolastiche e opportunità lavorative creando grandi vantaggi per la scuola e per le aziende che agiscono in sinergia”, alla preside Esterina Dana che ha ringraziato calorosamente sia la Feduf, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e il Risparmio e la Global Thinking per la fondamentale partecipazione e l’organizzazione assieme alla Scuola e alla Comunità dell’iniziativa, ricordando come “sia la scuola che le aziende imparano molto l’una dalle altre, al vicepresidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach che ha raccontato con entusiasmo l’impegno che i ragazzi hanno messo nel “lavorare come volontari alla biglietteria, alla casse, accogliendo i tanti visitatori”.

Fra i discorsi e i tanti ospiti e protagonisti della serata da segnalare Claudia Segre presidente della Global Thinking e Maria Rosaria Capuano, responsabile dell’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia, che ha sottolineato “l’importanza dell’Alternanza scuola lavoro per creare un nuovo tipo di istruzione, perché i ragazzi si annoiano con il vecchio tipo di istruzione e hanno bisogno di essere attori e protagonisti di iniziative concrete come quelle fornite da questo nuovo metodo didattico”. A questo proposito, la professoressa di Educazione Finanziaria e Alternanza scuola lavoro ha raccontato la sua esperienza invitando gli studenti a sviluppare tenacia, determinazione e “capacità di riflettere sulle esperienze fatte nelle aziende interiorizzandone gli insegnamenti per il futuro”.

Tante iniziative di formazione

Ma quali sono state le esperienze lavorative e gli stage dei ragazzi? Dal Teatro francese con lo spettacolo “Le Bal” di Irene Nemirovsky, che ha impegnato al Teatro Elfo Puccini i ragazzi del linguistico e che ha iniziato la serata con un breve filmato, fino alle esperienze bancarie,presso la prestigiosa Banca Nazionale del Lavoro in progetti come “Edu-care”, corso on the job di educazione finanziaria e altri lavori a contatto con il cliente, che hanno avuto come protagonisti i ragazzi della Quarta Scientifico e Tecnico, fino al progetto editoriale della De Agostini di un breve volume sulle vaccinazioni, tema caldissimo di questi mesi che verrà accompagnato da relativo video in italiano e in inglese e che partirà da lunedi 12 giugno con sette ragazzi della scuola.

Le testimonianze dei ragazzi

Hanno poi preso la parola anche agli studenti, prima per una testimonianza della loro esperienza di alternanza “scuola-lavoro” e poi lasciando il turno alle varie classi dei progetti in gara per il concorso “Che impresa, ragazzi”.

Riguardo all’esperienza al Memoriale, Sara Deil ha ricordato con soddisfazione “la mia esperienza a contatto con questo luogo così significativo e l’accoglienza e la disponibilità di Daniela Di Veroli che ci ha seguito molto in questi mesi”. Riguardo all’attività bancaria molto soddisfatti sia Myron Kohanan, della quarta scientifico, che Sasha Deil, del Tecnico, che ha sottolineato quanto la sua scuola l’abbia preparato nella lettura del Bilancio, così come Marta Jarach dello Scientifico che si è occupata di Banca online.

Progetti futuri

La seconda parte della serata è stata segnata dalla presentazione di vari progetti e video, prima di vari prodotti bancari, realizzati dai ragazzi e poi dell’importante iniziativa “Che impresa ragazzi”, competizione su scala nazionale che si terrà a Roma il prossimo 31 ottobre e che avrà come primo premio la visita al Museo del Risparmio di Torino, un luogo “altamente tecnologico e interattivo” come ha evidenziato Claudia Segre che ha chiamato la Giuria e le classi ciascuna delle quali ha presentato i progetti in gara in attesa di conoscere il finalista decretato alla fine della serata.

Tre sono state le idee presentate alla giuria, da ogni classe e precedute da un breve video commentato e argomentato dai capi gruppo di ogni sezione davanti alla Giuria che ha posto numerose domande anche complesse per valutare la fattibilità e il valore economico e business di ogni idea. Formata da manager, professionisti e imprenditori, dalla conduttrice di Radio 24 Deborah Rosciani, a Dani Schaumann e Ilan Jaffè, ex studenti della scuola e da tempo nel campo dell’economia e della finanza, a Katia Marino HR director Digital360, a Luigi Cimasci amministratore delegato Thompson Reuters, la Giuria si è poi riunita per qualche minuto prima di decidere il vincitore e concludere la serata.

Ma quali sono stati i progetti e le classi coinvolte? Primi fra tutti i ragazzi della Terza Tecnico capeggiati da Davide Di Segni che hanno parlato della loro scarpa “Safewalk” (Camminata sicura) che garantisce a chi cammina massima aderenza al suolo e adatta “a soddisfare qualsiasi bisogno di chi cammina” come ha ricordato il gruppo di ragazzi fra serietà e ironia.

Successivamente è toccato a due applicazioni decisamente originali. “Eureka” illustrata e ideata da Alessia, Shani e Laura della Terza linguistico e che permette di trovare il regalo giusto per tutte le occasioni con un breve test della personalità del destinatario sul telefonino. Entrambi sono stati apprezzati ma non sono riusciti a passare la severa selezione.

Diversamente è andata ai ragazzi della Terza scientifico che hanno vinto con “Eat it”(Mangialo). L’applicazione sul telefonino, descritta dal capoclasse Mark,  permette di elaborare una ricetta con quello che si ha in casa senza bisogno di spendere soldi e di cercare particolari prodotti. Un’idea ingegnosa che infatti è stata premiata e andrà a Roma il prossimo 31 ottobre con la quale si possono trovare, in base a quello che già si ha nel frigorifero di casa o nella dispensa, avendo la possibilità di preparare ricette anche di cucina vegana o internazionale.

Le sorprese e le idee della serata non finiscono qui. Soddisfatta dell’iniziativa e dei ragazzi della scuola, la professoressa Kamkhaji ha evidenziato che sempre più studenti della scuola -“l’anno prossimo saranno 84” – sono coinvolti nell’Alternanza Scuola Lavoro e che, fra le proposte lavorative, a settembre, le Terze, Quarte e Quinte liceo avranno la possibilità di lavorare per una settimana presso la prestigiosa redazione del “Corriere Della Sera”, imparando il mestiere del giornalismo e scrivendo e partecipando alle riunioni di redazione.

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Il “Rettore” scolastico Agostino Miele: «La mia porta è sempre aperta per tutti»

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Intervista ad Agostino Miele. Il Consiglio della Comunità ha scelto per la sua Scuola un Dirigente manager e formatore. Si aprono nuove prospettive.

Agostino Miele

Un curriculum di tutto rispetto quello di Agostino Miele (nella foto con Claudia Bagnarelli e Esterina Dana): professore di matematica e preside dell’ITT Artemisia Gentileschi per dodici anni, è dirigente scolastico e presidente interprovinciale dell’ANP (Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola) di Milano e Monza, responsabile, organizzatore e relatore di corsi di aggiornamento per docenti su varie tematiche organizzati dal MIUR e dalle Case Editrici RCS-Scuola e Pearson e per l’ANP. Agostino Miele è autore di diverse pubblicazioni relative alla matematica e all’informatica, le sue materie, ma anche sulle problematiche degli alunni con bisogni educativi speciali e sull’alternanza scuola-lavoro, campo nel quale la nostra Scuola si è molto impegnata.

Profilo ricco, dunque, per il nuovo Dirigente Scolastico della Scuola della Comunità ebraica di Milano. Ma, in sintesi, come si definisce Agostino Miele?
Sono un dirigente ma anche una persona con un po’ di esperienza sulle spalle che vuole contribuire alla crescita culturale dei suoi studenti. Il mio compito sarà quello di interessarmi non solo dell’organizzazione ma anche di formazione e didattica, perché credo che la formazione dei docenti e il cambio della didattica possano contribuire ad una maggiore crescita culturale dei nostri studenti. Il fine ultimo della scuola credo sia quello di fare in modo che i nostri studenti stiano bene a scuola, che acquisiscano quelle competenze, non solo quelle conoscenze, che permettano loro di entrare nel mondo dell’università e poi del lavoro. Di potersi aprire a ciò che c’è fuori dalla scuola.
Prima di accettare l’incarico, ha valutato i punti di forza e le criticità della Scuola ebraica di Milano?
Io ho accettato questo incarico perché per me è stata una sfida a conoscere una nuova realtà. Mi sono documentato non tanto sulla scuola, ma sul mondo che circonda la scuola e ho visto che il mondo ebraico è una realtà tutta da scoprire. Io sto imparando la cultura e le tradizioni ebraiche ed è un mondo che mi sta affascinando. Questo mi ha indotto ad accettare questo incarico. Potevo starmene a riposo, dopo 46 anni di onorato servizio, ma credo di poter dare qualcosa ancora agli studenti quindi ho accettato questa sfida che mi mantiene giovane.
Fino a qualche anno fa mi divertivo a fare ogni anno un concorso, ma mi sono reso conto che il mondo che mi interessa è quello della scuola. Che voglio capire sempre meglio il mondo degli studenti. Infatti a gennaio uscirò con due pubblicazioni, la nuova edizione del libro sull’alternanza Scuola/Lavoro, con un mio lavoro sulle competenze del secondo ciclo delle Scuole Superiori, e un libro sulla didattica per gli alunni con bisogni educativi speciali.
Io ho l’abitudine di farmi trovare fuori dalla Scuola per salutare i ragazzi la mattina, i genitori, passare nelle classi … per far sentire che c’è una persona che non è “il dirigente” chiuso nella sua stanza ma uno che è disponibile e aperto. Anche la mia porta è sempre aperta. Il preside riceve sempre.

A Milano ci sono altre due Scuole ebraiche. Ha in mente qualche progetto per iniziative comuni che possano ottimizzare le risorse dell’ebraismo milanese?
Ho in mente di approfondire questo aspetto, vedere se è possibile pensare e tentare iniziative comuni sempre nell’ottica del benessere dello studente. Non deve essere uno slogan, ma la realtà. Chi viene a scuola deve venirci contento.

Qual è il suo programma per i primi 100 giorni di lavoro?
Tre parole: organizzazione, formazione e didattica. Questi sono i miei punti di riferimento. Per prima cosa, capire “chi fa che cosa”; ho notato che molto spesso c’è una invasione di ruoli. No. Il genitore fa il genitore, il docente fa il docente, lo studente fa lo studente, il dirigente fa il dirigente. Dobbiamo arrivare a capire che siamo tutti parte di una organizzazione, che prevede figure e ruoli diversi.
Se l’organizzazione funziona, funziona anche il resto. Ho poi intenzione di aprire la scuola ad altri progetti, che ho attivato nella mia scuola precedente e in altre nel territorio milanese. Lo studente deve mettersi in gioco non solo con le conoscenze che impara sui libri, ma anche con altre attività che gli potranno servire all’esterno di questa scuola.
Questa è la mia filosofia di vita e quello che intendo fare, e ho bisogno dell’aiuto di tutti, docenti, con i quali sto entrando in sinergia, studenti e genitori, che facciano i genitori. E di tutta la comunità.
Cerco di arrivare presto la mattina, verso le 7.30, perché credo che sia il momento in cui si dà il “la” a tutto il lavoro.

A metà giugno è entrata in vigore la legge sul cyberbullismo che coinvolge direttamente le scuole nell’impegno di contrastare questo fenomeno. Che cosa si può fare?
Il 14 settembre abbiamo organizzato un incontro a Scuola: “Tuo figlio, vittima o bullo? Come riconoscerlo e come aiutarlo?”con gli interventi del Professor Luca Bernardo, Direttore  del centro nazionale per la prevenzione e la cura del bullismo, e Gabriella Fellus presidente dell’Associazione I RESPECT e istruttrice di Krav Maga, e diversi testimoni. Credo che bisogna prima conoscere, poi prevenire e poi aiutare. Sarebbe interessante che ci fosse un corso di formazione per i docenti perché siano in grado di valutare la differenza tra uno scherzo e un atto di bullismo, e molte volte l’adulto non riesce ancora a capire questo. Prevenire significa accompagnare gli studenti affinché riconoscano se c’è un bullo e lo aiutino, perché è una reazione a qualcosa che ha vissuto fuori o precedentemente. Quando parlavo di progetti diversi intendevo proprio cose di questo tipo, perché la scuola deve insegnare anche a stare in mezzo agli altri e a rispettarli. Se qualche ragazzo ha bisogno di aiuto, deve sapere che c’è una figura disposta ad ascoltarlo e ad aiutarlo; per questo sto facendo il giro delle classi, per farmi conoscere da tutti gli studenti. La fase delle Scuole Superiori è quella fondamentale per la formazione dei ragazzi che si trovano di fronte a un bivio, la retta via e l’altra. Noi dobbiamo aiutarli a riconoscere e scegliere la retta via. Questo deve fare un dirigente e un docente, che oltre alla conoscenza della sua materia, che do per scontata, deve sapere come educare, e-ducere, condurre gli studenti verso la retta via.

Che cosa vuole dire, all’inizio di questa avventura e del nuovo anno scolastico, ai genitori, agli alunni e al personale, docente e no, della Scuola ebraica?
Ho mandato un messaggio a tutti i genitori: sono lieto di comunicarvi che mi è stato conferito l’incarico di Dirigente Scolastico della Scuola Ebraica. Con la collaborazione della Coordinatrice Didattica morà Claudia Bagnarelli per il Nido, l’Infanzia e la Primaria e della Coordinatrice Didattica prof.ssa Esterina Dana per la Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado, porterò avanti il progetto educativo per i vostri ragazzi nel rispetto delle vostre tradizioni scolastiche, ma con occhio attento alle innovazioni e alle trasformazioni in atto nel mondo della scuola. Sicuro dell’attenzione delle famiglie alla crescita educativa dei ragazzi, faccio affidamento sulla vostra partecipazione e collaborazione per la realizzazione di questo nostro comune progetto. Assicuro la mia attenzione ad ogni problematica e ad ogni chiarimento che mi dovesse essere presentata o richiesto. Augurando a voi ed ai vostri figli, anzi a noi tutti, un anno sereno e proficuo, colgo l’occasione, in vista delle imminenti Festività, per augurare un buon Rosh Hashanà.

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Resistenza: la Quinta elementare invitata dall’ANPI al Campo della Gloria

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